La storia

La Storia

Luigi Rachel (Cagliari, 26 Gennaio 1879-Cagliari 3 Maggio 1949)
Compositore sardo appartenente ad una famiglia di antica e consumata tradizione artistica. Dedica gran parte della sua produzione musicale alla rielaborazione del patrimonio etnofonico isolano.
Dal 1903 al 1907 dirige il Teatro Municipale di Tunisi Nel 1931 vince il concorso nazionale bandito dal Giornale della Domenica per la più bella canzone italiana( Canzone a stornello) a pari merito con il musicista romano di origine sarda Ennio Porrino (Traccas).
Vasta la produzione cameristica, sinfonica e corale.
Dal 2000 la Regione Autonoma della Sardegna ha intrapreso una serie di iniziative per riportare alla luce e diffondere le opere del maestro cagliaritano.
[...] Principali opere per coro a sei voci miste Canzoni ‘e tracca, Tristu passirillanti, Coru t’hait bintu amore, Anninnia casteddaia, Canzone a ballu, Mutos nuorese. . Principali opere per formazioni strumentali Lo strazio di Cagliari-Intermezzo triste per pianoforte Confidenze alla luna- Notturno per violino, violoncello e pianoforte Berceuse per pianoforte e violino
Principali opere sinfoniche Suite sarda – Preludio, Canzone, Ballo sardo Il Golfo degli Angeli – Poema orchestrale Sardegna – Visione lirico sinfonica

Estratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Utente:Babar66

 

EX CONVENTO DEI CAPPUCCINI
Eseguito secondo i modi peculiari dell'architettura cappuccina, l'edificio trova i confronti più immediati nei primi due conventi costruiti a Cagliari dall'ordine, cioè quelli di S. Antonio, del 1591 e di S. Benedetto realizzato nel quartiere omonimo nel 1653.
Il convento di Quartu ha il lato meridionale chiuso quasi interamente dal muro della Chiesa di S. Agata e confina a nord e ad est con la piazza Matteotti (parte del suo orto), ad ovest con la via brigata Sassari sulla quale si apriva la porta originaria, a sud con la piazza Azuni.
In questo lato fu ricavato nel 1926 l'ingresso per la casa di riposo del Buon Pastore.
Lo stato attuale del compendio è fortemente compromesso dai numerosi interevnti di restauro e trasformazione subiti nel tempo e, in particolare, proprio da quelli che furono eseguiti all'inizio del secolo per adibire l'edificio a casa di riposo.
L'edificio conserva comunque ancora numerose strutture del suo impianto primitivo.
Di pianta rettangolare, ha un bel chiostro quadriporticato con al centro la tradizionale cisterna, documentata per al prima volta nel 1783, ma probabilmente esistente gia dal XVII secolo.
Il braccio meridionale del chiostro, chiuso da vetrate e coperto in legname nel 1926, è addossato al muro sinistro della chiesa e, per consentire la sua continuità, sono stati sventrati i contrafforti che sostengono la spinta trasversale della volta a botte della navata.
Il resto del portico, ritmato da archi a tutto sesto, è coperto, nel braccio orientale ed in quello settentrionale, da un solaio piano che sostituisce da circa cinquant'anni l'antica copertura lignea; in quello occidentale, invece, da una volta a botte ribassata.
Sui primi due bracci è stata di recente ricavata una terrazza mentre sul terzo gravano invece alcune stanze del piano superiore.
Parallelo al tratto settentrionale del portico corre un lungo corridoio voltato a botte. Tutt'intorno al chiostro è un susseguirsi di ambienti che in gran parte conservano l'originazia copertura a botte.
L'unica stanza voltata crociera è quella che chiude, ad oriente, il corridoio meridionale del chiostro. La saletta presenta, inoltre nella parte ad est la traccia di un arco a tutto sesto che incorniciava una porta oggi murata che metteva in comunicazione con l'orto retrostante. 
Sempre nel corridoio meridionale, vicino all'ambiente sopra descritto, nasce la scala ad una sola rampa voltata a botte che conduce al primo piano.
Dell'antica copertura in canne tronchi di ginepro resta qualche traccia in alcuni ambienti dove peraltro è nascosta da controsoffitti recenti, poiché altrove è stata sostituita da pesanti solai latero cementizi.

Notizie storico-critiche:
Secondo la tradizione riferita dagli storici del secolo scorso l'edificio cappuccino sarebbe nato sulle rovine di un preesistente antico monastero di origine vittorina. Di certo è noto che l'edificio di S. Agata e la "corte" annessa nennero ceduti ai Cappuccini nel 1631 e che a quella data appartenevano da più di trecento anni alla "mensa" arcivescovile cagliaritana. 
La costruzione cappuccina iniziò subito dopo impiegando forse il materiale di spoglio ricavato dai ruderi dell'abiatzione un tempo appartenuta al vescovo o trovato nelle vicinanze.
I lavori si protrassero per circa vent'anni e furono portati avanti soprattutto grazie alle donazioni di devoti locali che infatti compaiono annotati nei "Quinque Libri" della Parrocchi di S. Elena tra il 1633 e il 1654.
La famiglia religiosa crebbe così notevolmente nel tempo ed assunse un ruolo importante nel tessuto sociale quartese.
Il convento appartenne ai minori sino al 1866, anno in cui gli ordini furono espropriati dei loro beni per effetto della Legge Siccardi.
I beni costituiti dall'edificio e dal vasto orto circostante furono ceduti al Comune di Quartu, che lo adibì a usi diversi: nel 1884 divenne infatti ospedale e negli anni successivi accolse, tra l'altro, la prima e la seconda classe elementare.
Nel 1926 il comune cedette gran parte della costruzione al quartese Mons. Virgilio Angioni, che vi fondò l'opera del "Buon Pastore" per l'assistenza degli anziani bisognosi, mentre alcuni locali al piano terra furono concessi in uso alla locale sezione degli ex combattenti della prime guerra mondiale.
L'ordine suddetto ha lasciato l'edificio nel 1985 per trasferirsi in una nuova e più idonea casa di riposo e i locali sono da quella data tornati in uso all'Amministrazione Comunale. 
Nel 1994 in uno dei locali del primo piano è stato trasferito l'ampio dipinto a tempera su intonaco che ornava la volta della sala consiliare del vecchio Municipio demolito qualche anno addietro.
L'ex orto dei Cappuccini fu ceduta nel 1888 alla società tranvie della Sardegna con facoltà di erigervi i fabbricati occorrenti al servizio della stazione.
La stazione suddetta è stata soppressa da qualche decennio e l'ex orto fu in seguito trasformato in parco pubblico.

fonte: www.comune.quartusantelena.ca.it